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PAROLE DA RIDERE: Videopoker, di Livio Cepollina

VIDEOPOKER di Livio Cepollina

I divorzi aumentano a dismisura. Sono più le coppie che si lasciano che quelle che si sopportano e continuano a stare insieme. Tant’è che la Chiesa, in odore di business, vorrebbe introdurre un nuovo sacramento, lo Smatrimonio “vuoi tu, Pasquale staccarti per sempre dalla qui presente Filomena – questo monovolume logorroico con la cellulite – il pigiama XXL di Hello Kitty e l’alito al plutonio, per poter finalmente ritornare libero?”. Oppure “Vuoi tu, Filomena, allontanarti per sempre dal qui presente Pasquale – questo ignobile parassita in canottiera ascellare – con un paio di calzini indossati da tre settimane – con questi slip color amaranto azzera libido e per di più bucati e i tarzanelli che fuggono, e ritornare ad avvertire i (veri) profumi della vita?”.
Ma la causa di queste crisi, non è più quella di una volta, il tradimento….
Magari! Magari ritornassero i bei tempi di una volta, quelli della nonna, dove lui se la faceva con la collega, lei se la faceva con il suo capo ed il capo si faceva sia lei sia il marito di lei e solo per poter dire “qui comando io!”
Il sesso non acchiappa più, non c’è più desiderio. Ormai si distribuiscono i preservativi nelle scuole medie mentre io a quattordici anni giocavo ancora con le figu: celo manca celo manca….
Il pianeta sesso è ormai troppo vicino ed onnipresente per essere ancora ambibile e desiderabile
Il sesso ormai è demodè. Se passi la domenica a casa per fare all’amore con la tua compagna passi per sfigato “ma vai al Carrefour come tutti, pirla!”.
La causa del tradimento è ben altra. Ormai c’è solo più una cosa che attira……
il denaroooooooooo……e più è facile averlo…..e più si gode.
Le prime avvisaglie della crisi inizia fra le mura domestiche. Lei spaparanzata sul divano – si sta sgranocchiando badilate di patatine mentre si guarda Desperate Housewives e si sente come una di loro, molto più grassa e triste, ma come una di loro. E lui è in camera, con gli occhi a palla, davanti al computer.
È un microcosmo tutto suo quello di lui, un mondo a sé, lui e il computer il computer e lui.
Lei pensa (e forse spera) che sia in qualche sito porno e stia chattando con qualche disinibita dal nick inequivocabile, tipo Vanessa – la regina della fellatio o Mirabellina – la tua bambola birikina. E la cosa più grave è che lei, seppur pensando queste cose, se ne strabatta, non si solleva più dal divano – manco l’Aci riuscirebbe a tirarla su dal divano – e continua imperterrita a trangugiarsi quintalate di grassi, quando va in bagno le escono gomitoli di colesterolo.
Mentre lui non sta chattando, magari…..stesse chattando…..
Lui sta giocando a poker on line. Non lo vede nessuno….Si sente protetto nella sua alcova libidinosa. Tris, full, doppia coppia…..
Ogni volta che preme l’ok per vedere se ha vinto la mano, avverte tutti i brividi, la sua moquette di peli sulla pancia si raddrizza come se risucchiata da un folletto con il motore Abarth. Gioca perde ma gode. Ri-gioca ri-perde ma continua a godere.
È contento l’imbecille. Un rigoglio dei sensi che lo manda in estasi, erano anni che la sua curva godimetrica era piatta. Gioca – perde …ma gode. E null’altra cosa nella sua vita ha ancora un senso…..non gli interessa più menarsi allo stadio…..tirare le puzzette mentre fa il bagno…….. mettere tutte le pubblicità nella cassetta della vecchietta scassapalle del quarto piano……gli interessa giocare….perdere…..ma godere.
S’è già perso la tredicesima – i risparmi dei genitori, ha venduto su Ebay a prezzo stracciato la sua collezione di Tex – ha ipotecato la macchina che deve ancora finire di pagare, non mangia più – non beve più – si sopravvive con una flebo di Herbalife.
Non si lava più, puzza come una fogna, è un disastro ecologico fatto uomo, hanno chiamato anche Bertolaso.
E quando proprio si è giocato tutto, quando anche Fastweb gli ha interrotto il contratto 24 ore su 24, riusciva a giocare 32 ore al giorno, ecco che i due fanno lo smatrimonio e si lasciano. È lui a lasciare la casa, spostare lei, ormai un perso morto sul divano, anche gli acari del tappeto hanno cercato invano di soccorrerla – è troppo faticoso. Ma lui non si perde d’animo, girovaga per qualche giorno per le strade, qualcuno s’impietosisce e gli dà l’elemosina – senza neanche che lui la chieda “tieni buon uomo e smettila di giocare – piciu ”. Ma lui è un drogato e ne sente bisogno….cerca la sua roba e la cercherà finché non la troverà. Ed arriva quel giorno……all’interno di un bar vede altri cinque imbecilli come lui, avete presente la pecora Dolly? Ecco….sono tutti identici, sei imbecilli nati da un parto plurigemellare di babbei..
Vede i cinque che godono davanti ad una macchinetta, vuole capirci meglio, entra nel bar, al titolare – come a Paperone – gli viene il simbolo dell’euro negli occhi….Il titolare del bar, una specie di San Pietro che gli indica il Paradiso, il nuovo Paradiso….la macchinetta del bar. Ormai non si sente più solo, ha trovato una sua dimensione sociale all’interno di un gruppo, un’orgia di macchinettomani che giocano perdono ma godono.
Lo Stato è il boss numero uno, il capo dei capi, e i bar con le loro macchinette le sue mandrine. Fanno soldi a tonnellate con questi drogati. Ormai questi tipi di bar non fanno neanche più i bar, se entri “buongiorno, mi fa un caffè?” ti guardano esterrefatti, come fossi andato a chiedere un chilo di kiwi da Mediaworld…. “ma per chi ci ha preso, il caffè se lo faccia a casa, no?” . Ma loro, gli imbecilli, fanno gruppo, interagiscono solo fra di loro, ed hanno anche un linguaggio tutto loro, un incomprensibile idioma macchinettaro “bisogna giocare adesso che !”. Ma carica di che? Se vinci cinquanta euro, cosa ti cambia, ne hai già persi 800 e solo oggi! Ma loro, intontiti irreversibili, continuano con le loro frasi “non tenerti il tris ma prova la scala reale perché così sbanchi!”. Drogati con la terza elementare che diventano luminari di statistica e algoritmi. Ogni tanto si danno il cambio, per mangiarsi un panino che ovviamente si sono portati loro, d’altronde il bar non li fa più i panini.
Alcuni di loro dormono con il sacco a pelo dentro al bar il titolare gli chiede a che ora vogliono la sveglia tirando su la serranda. E cambieranno i giochi, cambieranno le roulette, ma continueranno a giocare perdere e godere. Fino a quando non si saranno prosciugati tutto completamente tutto. Allora verranno internati in qualche struttura per disabili mentali macchinettomani e lì ci rimarranno per sempre. Dopo qualche anno di astinenza, sembrano guarire, conoscono una lei e magari vorrebbero anche farci l’amore, ma chissà se lui, il batacchio, funzionerà ancora….Ci sarebbe quasi da scommettere e giocano perdono ma questa volta, non godono.

PAROLE DA RIDERE: La crisi economica, di Livio Cepollina

LA CRISI ECONOMICA di Livio Cepollina

Secondo molti motivatori, quei cravattati laureati in Scienze della Comunicazione Abbindolante, il perché della crisi economica è da ricondurre alla negatività che regola i nostri pensieri, insomma è solo il frutto di uno sbagliato “atteggiamento mentale” .
Non sono totalmente d’accordo, esiste anche un problema fisico – e lo compresi quando decisi di non pagare il prosciutto a Mimmo il droghiere, un energumeno con le fattezze dell’Uomo di Simmenthal: mi lordò così tanto di botte che gli ambulanzieri non sapevano se portarmi al Centro Traumatologico o alla Madonna di Medjugorje.
L’ansia per l’assenza di soldi ha cambiato gli stili di vita, quelli che una volta nascondevano Playmen dentro a Famiglia Cristiana, ora dentro al giornale porno ci mettono il Sole 24 Ore. E lì vedi lì al mattino, sulle panchine, a leggere l’andamento della Borsa, non ci capiscono una benemerita cippa, ma credono che il problema sia tutto lì. Sono abbattuti, trasandati, fanno così pena che anche i clochard, che hanno dormito sulla panchina a fianco, si avvicinano e gli offrono degli avanzi di maccheroni; loro reagiscono male, li guardano disgustati, ma poi li prendono e se li mettono in tasca, il futuro potrebbe essere ancora più tragico.
Ma parliamoci chiaro, i Maya avevano ragione, siamo nel bel mezzo di svolte epocali, Silvio non c’è più … non si ride più – come tg satirico c’è solo più Striscia, anche Fede se ne è andato via … Vasco è andato alla Scala, Bossi e figli prendevano dei soldi in “nero” , ma vi rendete conto? La Lega, dei soldi in “nero” … paradossale. Ed è per questo che c’è la crisi!
Non parliamo dei prezzi, una volta dicevi “Sì … andiamo solo a mangiarci una pizza … tranquilli …”.
Ora sei un signore se vai a mangiare una pizza! Nel menù si guarda solo più nella parte sinistra, dove una volta sceglievano solo i morti di fame, focaccia, margherita – napoletana … “ prosciutto”, toh – se proprio te la vuoi tirare un po’.
Ho visto un signore ordinare una pizza ai frutti di mare, il cameriere ha allertato la Guardia di Finanza, che irrompendo con un blitz, l’ha gettato per terra – ammanettato
“da dove arrivano tutti ‘sti soldi ? Sei un faccendiere della banca vaticana?”.
La benzina … una volta dicevi
“Sì … buongiorno! Mi metta dieci euro e mi dia anche gentilmente una lavatina ai vetri” “Certo, magari anche una gonfiatina alle gomme. Vuole anche dei popcorn? Così per ingannare l’attesa mentre le faccio tutto … ma vedi di andare a prendere per il sedere qualcun altro, pagliaccio ! “.
Le mignotte, anche loro stanno facendo la fame …
“quanto vuoi?”
“50 euro in macchina”
“ E a casa?”
“E chi ce l’ha più una casa? A casa te la dò gratis, basta che sia la tua, anzi ti sposo pure”.
Gli unici a ridere sono ancora i nostri vecchi, ma quelli che hanno 80/90 anni, loro la fame l’hanno già vissuta e sanno cosa voglia dire risparmiare. Sono quelli che hanno cambiato il televisore solo una volta in tutta la vita, che quando è uscita quella a colori, credevano che Nicoletta Orsomando dovesse rinnovarsi tutto il guardaroba perché avesse solo vestiti bianchi e neri.
Gli unici che hanno ancora il telefono fisso in casa e se gli dici che esiste il cordless, quello senza fili così si possono spostare per casa, ti rispondono “siamo vecchi ma non siamo rincitrulliti, ma perché mai dovremmo spostarci per casa quando telefoniamo, se telefoniamo … telefoniamo! ” . E dagli torto …
Quelli che se li porti a mangiare un gelato sono felici perché lo vedono come un oggetto di lusso ed i gusti devono essere solo cioccolato o crema – puffo, mango e kiwi li ha inventati qualche pasticcere drogato. Nel portafogli stendono perfettamente le banconote, tutte in ordine decrescente a seconda del taglio. Insomma quelli che danno ancora un peso alle cose, ed è proprio quello il problema, non attribuire più un valore agli oggetti, alla vita. È quando mancano tutte queste priorità comportamentali, si cade nel vuoto e la crisi economica ne è solo lo specchio.

PAROLE DA RIDERE: Il fondo manda a fondo gli anziani, di Livio Cepollina

IL FONDO MANDA A FONDO GLI ANZIANI di Livio Cepollina

Il FMI (Fondo Monetario Internazionale) ha sentenziato: i vecchi vivono sempre di più e ciò danneggia l’economia. Posticipare ulteriormente l’età della pensione è utopistico. Non tanto perché gli anziani non sarebbero più in grado di lavorare, lo farebbero meglio dei giovani, ma questo alimenterebbe ulteriormente il dramma della disoccupazione dei bamboccioni.
Fra le tante vagliate, l’unica soluzione che sembra ottimale, è la soppressione fisica degli esseri con più di 75 anni o, almeno, gran parte di essi.
Un’idea orripilante – ma i vari governi, che hanno preso in mano il problema, cercheranno di addolcirla e renderla più vicino possibile a quella che dovrebbe essere una buona condotta etica e morale.
Innanzitutto, un sorteggio democratico sceglierà casualmente le vittime e, almeno qui, non ci saranno i consueti favoritismi a salvaguardare l’incolumità fisica dei potenti o raccomandati a scapito degli sfigati.
È già stato stipulato il “condono analgrafico” per tutta la classe politica avanti con gli anni che non sarà soggetta a nessuna soppressione. La “L” in più non è il frutto di un refuso, indica che a prendersela nel didietro non sia mai lei.
Lo sterminio degli attempati-e potrebbe svolgersi in questi modi:
– La loro uccisione attraverso un’indolore iniezione letale, ma i materiali usati costerebbero troppo (e non lo meritano).
– Dopo avergli fatto consumare un epico amplesso con uno-a pornostar professionista, affinché muoiano d’infarto ma sessualmente soddisfatti
– Inducendoli al suicidio dopo l’obbligo alla compilazione di tre censimenti, due Modello 730 e l’ascolto forzato di 4 cd di Fabri Fibra (compresa una recensione positiva di Marinella Venegoni)
– Per le frange meno violente della “Waffen – SS 3ªAge Kaputt! “ , l’unità paramilitare dal docile nome, che si responsabilizzerebbe fisicamente dell’ecatombe, occorrerebbe attutire maggiormente il disagio psichico di chi affronterà la morte facendogli almeno togliere, prima della fine obbligata, alcune soddisfazioni personali come:
– lordare di botte un impiegato delle Poste
– con una ruspa schiacciare l’auto di quelli che gli suonano perché ci mettono un minuto in più per parcheggiare
– gambizzare chi non gli cede il posto nei mezzi pubblici
– perforare con il manico di un mestolo il timpano dei figli che s’alterano perché, diventando un po’ sordi, a volte sono costretti a ripetergli le cose
– sputare in faccia ad un politico, qualsiasi sia la sua fazione politica (NB solo la scelta di Monti varrebbe per due persone fra loro parenti. Esempio: si decidesse di eliminare una coppia di coniugi e il marito scegliesse Monti, la moglie avrebbe già il dovere di morire senza soddisfazioni aggiuntive)
– tendere con delle funi le labbra alla cassiera del supermarket sotto casa, così sorride almeno una volta (anche se l’ultima)
Ovviamente, prima che la Waffen – SS 3ªAge Kaputt! attui la strage legittimizzata , verranno adoperate strette misure di controllo per dissuadere eventuali comportamenti delinquenziali di chi è vicino agli attempati come, il più temuto, correggere dietro compenso ad un addetto dell’anagrafe, l’età dei genitori o nonni che hanno già promesso loro l’alloggio.
Dall’Università di Pensologia, riguardo questa situazione, arriva la disapprovazione più totale, tant’è che riterrebbe opportuno eliminare i giovani socialmente inutili che non hanno saputo replicare (e spesso neanche provandoci) le gesta della maggior parte dei nostri vecchi.