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Sfruttati e sfruttatori, tanto per ridere

Da qualche tempo si dibatte sempre più sullo sfruttamento dei comici, sia circa il loro percorso di avvicinamento alla tivù gestito sempre più egemonicamente, sia del loro utilizzo una volta approdati al piccolo schermo. Da qualcuno questo problema viene trattato come se fosse il responsabile di tutti i mali economici del Paese, e i “padroni” di certe trasmissioni televisive dei negrieri ma, realisticamente, resta il fatto che nessuno obbliga i comici a gettarsi nelle loro fauci. E questo credo sia giusto dirlo. Personalmente non ho mai avuto simpatia per quei “padroni”, ma soltanto perché ritengo sbagliato come utilizzano i comici e la comicità nelle loro trasmissioni. Allo stesso modo non mi stanno eccessivamente simpatici quei cabarettisti che sono disposti a tutto, anche a fare anni di costosissimi andirivieni tra un laboratorio/marketing e l’altro pur di riuscire a fare qualche secondo in tivù , magari prestandosi all’odiosissima entrata a schiaffo. Perciò sono sempre più convinto che i comici dovrebbero imparare non tanto a dimenticarsi della tivù quanto a prescindere (Totò docet) da essa: qualcuno è già riuscito a farlo, raggruppando colleghi amici e affittando teatri dove si esibiscono facendo registrare molto spesso il tutto esaurito. Così facendo dimostrano di esistere e di funzionare a prescindere, appunto, dalla loro presenza televisiva e dal momento che quella specie di tritatutto per immagini ha sempre bisogno di vittime sia dentro che fuori lo schermo, chissà che i “padroni” non tornino a fare come si usava una volta. Per fare la trasmissione capostipite “Non Stop” in Rai (1977/1979) gli autori (Bruno Voglino funzionario del centro di produzione Rai torinese, Giancarlo Magalli grande (vabbé, non tanto come altezza) uomo di spettacolo, il giornalista Mario Pogliotti, il regista Enzo Trapani) andarono personalmente in giro nei teatrini di tutta Italia (attenzione: teatrini davvero liberi da marchi imposti televisivamente) per trovare quei favolosi personaggi che allora decretarono una autentica svolta nel modo sia di far ridere che in quello di fare televisione. Un sogno? Chissà…anche i giocattoli più tosti a forza di usarli si rompono.
Alter Bactaer